Terrorismo femminista di stato

Dal Giornale di Brescia 14 Ottobre 2001: “Il padre viene assolto ma il figlio è già affidato”

“….Dunque, il padre è un uomo maturo, vive in uno dei paesi della vastissima provincia bresciana, è considerato una persona normale, uno di noi tanti. Qualche anno fa viene accusato di abusare del figlio. Viene messo in galera, diverse settimane di custodia cautelare. Il processo come spesso accade per la necessità di verificare le circostanze, viene celebrato molto più tardi. Intanto è partita la procedura d’urgenza di affido del figlio che finisce in un’altra famiglia. Arriva il momento del processo, il padre viene assolto. Ora suo figlio è cresciuto in un’altra famiglia e lui, innocente, si ritrova con la gogna cronicizzata sulle spalle, la perdita di tutti gli affetti e suo figlio in un’altra famiglia. Che deve fare questo padre innocente a cui è stato tolto il figlio con un’accusa infamante, giudicata senza fondamento?”

Questo orrore umano e giudiziario, vero terrorismo giudiziario femminista di Stato, si è verificato così spesso da far chiedere a diverse associazioni di padri la soppressione del Tribunale dei minori. Il Tribunale dei minori in questi anni ha funzionato spesso come il principale strumento di repressione delle istanze dei padri versi i propri figli ed una delle istituzioni che più sono state utilizzate come strumento di terrore, intimidazione e ricatto verso i padri ed i mariti dalle donne: bastava la loro parola e si finiva in galera senza più onore, lavoro, figli e famiglia, come il padre bresciano in questione e numerosissimi padri italiani. Prima la galera e poi vediamo se riesce a dimostrare l'innocenza, questa è stata la regola. Regola non scritta, ma applicata già da anni dalla nostra magistratura e che fra poco verrà scritta nel codice se verrà accolta la direttiva Europea della commissaria Diamantopulos. La guerra contro i padri c’è e c’è stata ed ha visto le istituzioni dello Stato, come la magistratura, schierarsi a fianco di una parte sola, le madri e le donne, senza minimamente interessarsi di tutelare la vera giustizia, e cioè la giustizia che presume l'innocenza e impone l' onere della prova.

Cesare