La vita è sogno

Dunque cammina cammina, la liberazione sessuale ci ha portato fuori dei secoli sessuofobici, naturalmente cattolici, quando la penitenza di una preghiera ridava pace alla coscienza in dubbio di essersi presa qualche licenza di troppo dovendo convivere con la vitale impertinenza del sesso.

Cammina cammina siamo arrivati alle laicissime e insopportabili turbe causate da uno sguardo maschile. Lascivo. Le turbe denunciate da una signora guardata con intenzione da un giovanotto sul locale Milano Lecco. Giovanotto che la polizia ferroviaria in nutrito drappello, grazie ad un tempestivo e tempestoso appostamento, trascina davanti ad un giudice della Repubblica, esibendo come prova provata appunto l’impressione certissima della signora, nonché del nutrito drappello di poliziotti, che l’intenzione tralucente dallo sguardo era desiderante, peggio lasciva, e perciò molesta e che di quello sguardo, contenente il corpo del reato, era inequivocabile titolare il maschio in questione. Per l’intenzione lasciva dello sguardo maschile la Repubblica e la Sua Magistratura ha dunque deciso tolleranza zero. E guardate che non è come a prima vista si potrebbe concludere: non si tratta di cultura giunta alla psicosi sessuofobica di massa, non si tratta di un apparato di repressione che rileva e sanziona penalmente il reato di intenzione di fantasticheria sessuale tramite sguardo. Cosa che se letta in tal senso davvero mai si è vista né sentita né immaginata. Bensì del contrario: grazie alla educazione alla sessualità libera, recentissima conquista della dura lotta per la liberazione sessuale, chiunque può far sesso con nessuno e con niente e in piedi sul locale Milano – Lecco, finamai da pendolare. Una libertà sessuale così sfrenata richiede un contenimento repressivo proporzionale: si immagini poi che cosa succederebbe se si permettesse ai maschi, con la scusa di dormire, di tenere gli occhi chiusi in treno davanti ad una bella donna.

Cesare Brivio

[05 maggio 2008]