Finitela con la lagna sul patriarcato. La vera sciagura qui è il disagio psichico - di Claudio Risé

Filippo Turetta è un debole che ha compiuto un delitto da vigliacco.
Ai giovani si devono dare verità, amore e figure genitoriali forti.
di Claudio Risé, da La “Verità”, 23 novembre 2023

Attenzione! Sembrerebbe la solita sceneggiata all’italiana dove una triste vicenda di penosi squilibri adolescenziali e miti da social mal digeriti vengono trasformati in grandiose epopee sociali; dove qualcuno possa infilarsi alle prossime elezioni con programmi educativi con annessi fondi e posti. Scenari in cui saltano goffamente a piè pari (con sorpresa e qualche ilarità dei distratti) pesanti ministri che si prodigano in sorprendenti confessioni/auto da fé, con promesse di virtù future. E altri mirabolanti interventi, senza purtroppo idee e informazioni che richiederebbero ai campioni in campo studi/cifre/statistiche/esperienze che nessuno di loro si sogna di avere. Nasce così l’ultima versione dell’antico gioco di società detto lotta al “patriarcato”, termine tra i più abusati e fantasiosi della storia, che l’acutissimo antropologo e filosofo Furio Jesi liquidò come inesistente in alcune brucianti schede enciclopediche già da decenni. E questo è uno dei rischi gravi della recente campagna per l’ultima donna uccisa tra paginate di dichiarazioni mitomaniache, riprese televisive e scene isteriche: che il patriarcato inesistente diventi il Covid prossimo venturo, e che per debellarlo si inventino formazioni psicologiche, si perdano ore di scuola preziose, eventualmente si impongano tessere, mentre gli aspetti patologici della realtà sono sotto gli occhi di tutti. Tutto ciò per nascondere dietro concetti fumosi ma di pronta beva l’enorme bisogno di verità su quali siano oggi le vere condizioni dei rapporti tra uomo e donna: l’humus in cui è maturato il malessere psichico di Filippo.
Questo è il vero problema: il grave malessere psichico in cui in realtà si trovano oggi sia gli uomini che le donne, la scadente qualità delle loro relazioni, e l’enorme danno che ciò crea alle nuove generazioni, che hanno invece bisogno di madri e padri forti, che si amino e che riprendano in mano le proprie esistenze e quelle dei loro figli. Oggi invece abbandonate agli influencer e agli ingranaggi delle diverse mode e sistemi economico/politici (come anche notato da Jürgen Habermas nel suo ultimo libro, che ho qui recensito). La stupefacente campagna di stupidaggini seguita alla morte di Giulia è lo specchio della gravità della malattia del nostro sistema di comunicazione (ma forse è anche peggio). Anche i massimi responsabili dell’amministrazione e della comunicazione scambiano infatti la debolezza per forza: come si fa a vedere il patriarcato (che comunque sarebbe una manifestazione di forza), in un poveretto che fa un delitto confuso e pieno di errori, e finisce in un’autostrada senza benzina? Lui è un povero assassino, ma le Autorità e i comunicatori che lo scambiano per un esempio di “patriarcato” non sanno di cosa parlano: se i maschi di potere fossero stati così non avrebbero conquistato nemmeno un praticello. Ed è socialmente grave – comunque - il livello di ignoranza. Si parla di questioni affettive con un linguaggio da fotoromanzi di decenni fa, però incattiviti. Ma la “questione maschile” (come ho scritto nei miei libri) è esplosa anche nella sociologia, antropologia, psicologia, da decenni, è roba seria, e vera. Poco dopo la guerra, (soprattutto negli Stati Uniti) con il ritorno dei reduci e i loro problemi dopo la lunga assenza da casa con le rivoluzioni economiche e tecniche nel frattempo in atto, gli uomini trovarono un altro mondo, e spesso un'altra famiglia. Una grande femminista Susan Faludi, raccontò tutto in un grande libro (Bastonati ! Sul lavoro, in famiglia, dalla società. Lyra Libri, e vinse il Premio Pulitzer). È per lo meno da allora che la forza maschile, in Occidente, non è più nel fucile o nei muscoli, (se non per sport), ma deve necessariamente esprimersi anche nei sentimenti, nelle relazioni, che con leggi come il divorzio e l’aborto sono molto cambiate, e non sempre in meglio. Parlare ancora di patriarcato come se fosse qualcosa di attuale, e soprattutto dotata di pericoli, è ridicolo e riporta tutto indietro almeno di 75 anni. È da allora, per dire, che nelle materie (tra le quali i “gender studies” gli studi di genere, molto precedenti alla lgbt,) che seguono queste questioni, il maschio violento è noto e studiato in quanto “soft male”, maschio dolce, tutt’altro che – di solito- violento. Siccome però per natura (che, anch’essa, continua ad esistere, anche se ammaccata), il maschio sempre dolce non è, la recita della dolcezza, imposta da convenzioni e “sistemi” dolciastri non serve a niente, anzi peggiora la situazione. Serve solo la verità. Verità e amore, che è quello che conta, e che solo riesce a far stare insieme due individui così diversi come un uomo e la donna (che come sostiene ironicamente il pediatra e psicoanalista francese Aldo Noury appartengono in realtà a due specie diverse). Il resto sono vaneggiamenti burocratici, per cercare di stare a galla in mezzo a fenomeni che, per pigrizia e debolezza, non ci si è mai impegnati a studiare. Comportarsi così è molto pericoloso. Come molti giovani incominciano per fortuna a intuire, solo l’amore (come è sempre accaduto nei momenti di massimo pericolo e smarrimento) può salvare il mondo. Amore e informazione- vera- sulla realtà.

https://www.claudio-rise.it/