Pur criticando il modo arrogante con cui certi scienziati guardano alle culture tradizionali, Konrad Lorenz rimane fedele al metodo delle scienze moderne. Nonostante ciò il fondatore dell’etologia, nella sua ricerca, sviluppa molti dei temi che ci riguardano. La sua etologia, infatti, dimostra come l'uomo appartenga pienamente al mondo selvatico. Non ammettere questo - magari per superbia - vuol dire non conoscere se stessi. Con tutto quello che questo comporta. Di recente è stato ripubblicato il libro dell’autore austriaco che uscì per la prima volta negli anni ’60 con il titolo Il cosiddetto male: per una storia naturale dell’aggressività. Allora bastò la parolina “cosiddetto” per scatenare un putiferio. (Ovviamente gli anti-lorenziani più convinti erano molto aggressivi…ma non conoscevano se stessi). Il libro parla dell'aggressività definita come "la pulsione combattiva, nell'animale e nell'uomo, diretta contro appartenenti alla stessa specie". Lorenz spiega come l'aggressività intra-specifica, presente nel mondo animale, sia finalizzata per esempio alla difesa del territorio, alla conquista della femmina, a stabilire delle gerarchie. In ogni caso essa difficilmente ha degli esiti mortali. I lupi combattono finché uno mostra la gola all'altro che però, in condizioni normali, non lo azzanna. Cioè nel mondo animale la pulsione aggressiva, comunque fondamentale ed ineliminabile, è "ritualizzata". Un po' come avveniva, anche per l'uomo, nei tornei medievali, o come in Fight club (dove ci si pesta a sangue ma quando uno dice basta, è basta e ci si abbraccia). Nel caso degli uomini di oggi però la questione delle naturali pulsioni aggressive si complica. Innanzitutto perché il pensiero moderno le nega. Per superbia, appunto. E per affermare il primato della Ragione sulla Natura. Solo che, come osserva Lorenz, "dopo una lunga inattività di un comportamento istintivo, il valore di soglia degli stimoli che lo innescano si abbassano"...Per cui nelle metropoli moderne se ritardi di una frazione di secondo la partenza, dopo che è scattato il verde, rischi di trovarti la testa fracassata da quello che ti sta dietro. Inoltre, "non c'è amore senza aggressività". Questo lo si vede bene nel mondo animale: si trova un vincolo personale solo negli animali con elevata aggressività intra-specifica. L’uomo moderno poi è nei guai anche perché lo sviluppo tecnologico gli ha fornito strumenti tremendi con cui esercitare, consapevolmente o meno, le sue pulsioni violente. In altre parole, ci vuole un tempo lunghissimo perché una specie animale formi delle corna che poi gli servono per combattere. Mentre l'essere umano in tempi brevissimi ha costruito apparecchi mortali terribili. Perché staccati dal suo corpo. Così, per esempio, la guerra si deritualizza. Si bombardano città dall’alto massacrando civili, donne e bambini (Guernica, Dresda, Serbia), e non ci sono riti o inibizioni perché non si vede la "gola del lupo". Come uscirne? Lorenz sostanzialmente propone una razionalità responsabile che sappia riconoscere le pulsioni profonde, integrarle ed educarle.
Paolo Marcon (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)
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