Into the wild

Un film di Sean Penn.
Con Emile Hirsch, Marcia Gay Harden, William Hurt,
Jena Malone, Brian Dierker, Catherine Keener,
Vince Vaughn, Kristen Stewart, Hal Holbrook.
Drammatico, Usa 2007 

Ho visto l'altra sera "Into the wild" e penso che racconti alla grande una storia bella e tragica.
Durante le due ore e mezza assistiamo alle ultime 9 settimane di un'avventura "selvatica" ambientata in Alaska che vede per protagonista un giovane aspirante "selvatico" americano. La vicenda è intervallata da lunghi flashback intitolati Nascita, Adolescenza, Famiglia e Conquista della saggezza. Quattro assaggi fondamentali di un viaggio iniziatico on the road durato due anni che preludono alla conclusione selvatica nel nord. Chris "Supertramp" rifugge con purezza, determinazione, ideale e un pizzico letale di arroganza la società che Claudio ha definito "delle buone maniere". La sua è una cesura radicale che sacrifica alla libertà e alla fedeltà a sé stessi, i legami più profondi di sangue, ma non solo. La sua fuga è segnata da ripetuti abbandoni fino a quando capirà che la vera dimensione della felicità, e quindi della libertà, è la condivisione fraterna e amorevole di sé stessi. Ma quando giunge questa lucidità si accorge di essersi spinto troppo in là per tornare indietro.
Il film è il resoconto tenero, accorato struggente, apprensivo ma mai compiacente, del tentativo, del rischio corso con baldanzosa ingenuità da Chris. C'è una pagina di Wikipedia molto interessante dedicata al personaggio storico che da molti è ritenuto un American Hero. La pagina wiki riporta fedelmente alcuni giudizi espressi sulla vicenda da alcuni abitanti dell'Alaska, profondamente turbati e contrariati dall'idealizzazione di questo ragazzo coraggioso ma sprovveduto. Secondo me sono giudizi che potrebbe condividere Matteo Meschiari, data la giusta attenzione che egli riserva al concetto di limite sacro di fronte ai confini della natura selvaggia. Un film su di una tragedia che negli ultimi momenti diventa davvero potentissimo ed evocativo, io stavo quasi per piangere mentre Chris cercava il cielo per
un'ultima volta. Un film intelligente che tratta tematiche perenni come la libertà lasciando aperti tanti interrogativi, andate a vederlo.
Damiano

L'ho visto a anche io, come Davide non sono rimasto completamente soddisfatto. Del resto il film riprende una storia vera, non vuole quindi narrare o proporre una dimensione esistenziale possibile. Alcune cose però Sean Penn sembra trasmetterle: tutti gli incontri del protagonista, i dialoghi, rimangono in sospeso, non si approfondiscono come gli spettatori si aspetterebbero, quasi a voler sottolineare quanto il protagonista sia dominato dall'idealismo, dall'emozione, dal richiamo della natura (di cui però non capisce i segnali e la potenza...). Infatti il ragazzo scappato di casa verso l'Alaska non sa "stare con" e non mette carne nella sua esistenza, vola come Icaro e finisce per bruciare le ali: non si unisce alla ragazza che lo desidera e lo cerca, non ascolta gli amici incontrati nel viaggio, non ricorda la sorella che lo ama, e infine non ascolta la umile saggezza del semplice vecchietto senza pretese, che potrebbe portarlo alla vita vissuta concretamente. Una storia, una biografia che offre comunque molti spunti, e che (mi pare) Sean Penn non idealizza, fortunatamente. Bella colonna sonora davvero, e grandi paesaggi, natura a pieno... Vedere una storia formazione al cinema è molto. C’è un sito che presenta il film www.intothewild.com

Mario

7 febbraio 2008]