Lei si spoglia (a pagamento), ma la volgarità è maschile


LEI SI SPOGLIA. DIETRO RIMBORSO. MA LA VOLGARITA' E' MASCHILE
 

Maschi trasformati in bestioni fanno da portantini ad una delle più recenti rappresentazioni mediatiche della Dea Madre, Sabrina Ferilli, che tra poco si spoglierà tra il tripudio dei figli di Mamma Roma
Sull’Unità del 26 giugno è apparso in prima pagina, a firma del direttore Furio Colombo, un articolo dedicato alla festa per lo scudetto della Roma, dal titolo “La città delle donne”.
Colombo loda subito la saggezza della conduzione della festa da parte di A. Venditti, “un fratello maggiore, con il tono fermo, persuasivo, mai disorientato, mai autoritario, che ha contribuito non poco a rendere limpido e scorrevole lo spirito della festa”. Viene subito da accostare la definizione di fratello maggiore con quella di assenza di autoritarismo. Perché un fratello e non un padre? Che lo abbia fatto intenzionalmente o no (io credo di sì), viene fra le righe suggerita l’assimilazione dell’immagine paterna a quella dell’autoritarismo.
Ma, prosegue, esistono “alcuni aspetti di quella immensa folla che è bene non dimenticare per capire che non per caso o per fortuna tutto è andato bene”. Quali sono dunque questi aspetti? Il più importante è “la presenza delle donne, donne figlie, donne madri. E un mare di ragazze”.  Basta questo perché la minaccia della folla oceanica si trasformi in qualcosa di bello: “la loro presenza . . . . . ha cambiato per sempre il senso della parola folla”. Infatti è grazie al clima “ingentilito e rasserenato”  dalla presenza femminile, che si è potuto e voluto parlare più volte della presenza del capo di Stato eritreo, e che “la fine del razzismo” nel calcio italiano è stata sancita nella coscienza di tanti. “Sono state le donne, con la loro presenza da protagoniste, a trasformare radicalmente e forse per sempre il senso dell’evento e a dare ad esso un valore nuovo, civile, allegro”. Ed infine la Ferilli, “bella, tesa, . . . . .  è stata scortata e protetta da centinaia di migliaia di donne che hanno reso impossibile o imbarazzante la volgarità”. Insomma, “la città delle donne ha dato la sua prova. Ha lasciato il segno”.
Furio Colombo, dunque, non parla di uomini, ma di donne. Dei maschi parla indirettamente,  senza mai nominarli, ma il messaggio arriva per contrasto ed è chiarissimo. Le donne rendono l’evento civile ed allegro, ed è evidente che senza di loro sarebbe stato incivile e torvo. La presenza femminile sancisce la fine del razzismo, ed è evidente che senza di loro il razzismo impererebbe. Le donne trasformano in bellezza la pericolosità della folla oceanica, ed è evidente che senza di loro  chissà quali distruzioni sarebbero accadute. La presenza di tante donne impedisce la volgarità, che, è evidente si sarebbe scatenata se la folla fosse stata composta da soli maschi. Già, perché la Ferilli che annuncia ai giornali che intende spogliarsi non è volgare, volgari (io dico stupidi), sono invece i maschi che sbavano per vederla.
E’ chiaro che Mr. Colombo non ha mai visto una partita da una qualsiasi curva, altrimenti avrebbe assistito a leggiadri spettacoli di donne che in quanto a inciviltà, razzismo e volgarità niente hanno da invidiare ai peggiori maschi. Ma a parte questa non trascurabile verità, è da sottolineare ancora una volta come tutto il bene si collochi dalla parte femminile e, per contrasto, tutto il male da quella maschile. Le donne come salvatrici del mondo. Prendano loro il potere e per incanto tutto diverrà bello, allegro, civile ed il MALE sarà estirpato dal mondo.
Tutta questa esaltazione a senso unico, questa melensaggine entusiastica e “politicamente corretta”, mi ricorda sinistramente quello che scrivevamo anni orsono sulle Guardie Rosse della rivoluzione culturale cinese, o sui Khmer Rossi di Pol Pot, senza mai essere stati da quelle parti. Tutto quello che facevano e dicevano era bello, esaltante, progressivo, rivoluzionario. Stavano anch’essi cambiando il mondo, il senso della storia e delle parole. Come, è stata la storia stessa ad indicarcelo.
Ma se tutto è così semplice, a portata di mano, perché Colombo non lascia modestamente il posto ad una sua redattrice sicuramente più brava e sensibile di lui, torvo maschio oppressore?

Armando Ermini