Una donna studia la violenza femminile

Il caso di Babbo Natale: una insegnante sospesa.

 

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La violenza domestica è diventata una vera e propria ossessione del mondo anglosassone, solo che invece di essere vista in modo equilibrato e serio, si considerano le donne solo ed esclusivamente come vittime e gli uomini come aggressori. La realtà dimostra che la violenza non è un'esclusiva maschile, tutt'altro.

 

 

 

 

 

Le donne sono almeno violente quanto lo sono gli uomini. Anzi, numerosi studi hanno dimostrato che lo sono un poco più degli uomini. Lo studio di Ann Lewis e del Dottor Sotirios Sarantakos della School of Humanities and Social Sciences della Charles Sturt University del Nuovo Galles del Sud, Australia, chiarisce perché sia profondamente sbagliato e ingiusto considerare la violenza domestica come un problema esclusivamente maschile.
Questo studio non è né il primo né l'ultimo che sostiene questa tesi ragionevole e condivisibile. Ma quanto tempo dovrà passare perché i governi occidentali riconoscano la vera natura di questo problema? Per approfondire il tema si consiglia il libro del giornalista americano Warren Farrell, Women Can't Hear What Men Don't Say, disponibile su Amazon al link in basso, con la bibliografia di oltre 100 studi che dimostrano l'esistenza della violenza femminile, la sua pervasività nella famiglia e la tendenza della società ad ignorarla, spesso giustificandola per quello chein realtà non è: una forma di difesa.
E’ nota, ad esempio, la recente vicenda della insegnante australiana, Victoria Mann, sospesa dal servizio in una scuola elementare. La causa della sospensione? Avere rivelato ai bambini della sua classe che Babbo Natale, l’uomo del dono, da sempre magico personaggio dello stupore infantile, non esiste. Un vero atto di violenza, al servizio del materialismo dilagante della società dei consumi.

(cfr. l’articolo Giù le mani da Babbo Natale dell’antropologo Marino Niola, in Grazia, n. 50 del 18-12-01)