La rimozione della morte e il delirio scientifico

Fonte: Fonte: http://news2000.libero.it/internetlife/ilw129.html

Centenario? Anzi no, immortale

 Secondo un bio-gerontologo inglese, con le conoscenze della scienza l'uomo potrà vivere in eterno, o quasi

“Questa volta Matusalemme avrà un concorrente. Anzi, milioni di concorrenti. Se le previsioni del mondo scientifico si avverassero, in un futuro non troppo lontano, il nostro soggiorno sulla Terra potrebbe rivelarsi più lungo del previsto. Più che di un passaggio si dovrebbe parlare di in vero insediamento a oltranza: centinaia di anni come minimo, se non millenni di vita. Sarebbe inimmaginabile persino per i più audaci scrittori di fantascienza. Eppure a fare questa straordinaria stima non è un simpatico burlone ma uno dei massimi esperti del Regno Unito in fatto di longevità, il bio-gerontologo Aubrey de Grey, dell'università di Cambridge.”


Una sana e doverosa reazione ad un delirio pseudo-scientifico di tale gravità è contenuta nel saggio “Il padre, l’assente inaccettabile”, di Claudio Risé: Tra tutte le perdite, quella più inaccettabile da parte della società che ha “rimosso” il padre, e il suo senso, è naturalmente la morte. Che è anche, d’altra parte, quella più significativa (…) “Ribellarsi alla propria fine”, dice lo psicologo Carl. G. Jung, “equivale a non voler vivere, giacché non voler vivere e non voler morire sono la stessa cosa”. (…)
[Della morte] se ne parla ancora, ma sotto forma di delirio onnipotente, di vittoria su di essa. L’uomo della tarda modernità (…), ha detto Giovanni Paolo II a Cracovia, “si arroga il diritto del creatore di interferire nel mistero della vita umana. Vuole decidere, mediante manipolazioni genetiche, la vita dell’uomo e determinare il limite della morte”. (…)
Quest’uomo vuole vincere la morte. Una vittoria, naturalmente, non spirituale, ma secolare, “cosale”, “tecno-scientifica”, come si conviene all’ideologia dominante.