Ma che cosa avrà mai detto di nuovo il Cristo?
A cura di Cesare
Scrive un parroco sul Giornale di Brescia di oggi 19 ottobre 2005, una lettera giustamente accorata circa una madre lasciata sola dal padre del concepito a portare avanti la gravidanza. Parole di fuoco. Nel caso concreto, magari, conoscendo direttamente il caso, anche giustificate. Ma dal caso concreto ecco la generalizzazione e lo sprofondare guerriero e al tempo stesso compiaciuto e risolto nell'abbraccio ideologico: i maschi oppressori, il documento ONU circa la violenza sulle donne, le contadine di una volta serve nelle case dei signori, ecc. ecc. Quando si cercano le colpe nientedimeno che di un Genere nella Storia, chi ti può più fermare? Tuttavia, la sensazione, mi perdoni il carissimo parroco, è di dejà vu: sembra, la sua, il tipo di lettere dei preti convertiti alla rivoluzione proletaria intorno agli anni sessanta/settanta. Lettere per cui Cristo era il Proletario che però, a differenza di Cristo, aveva la superiore moralità ed etica rivoluzionaria: al dunque, non di peccatori e di uomini si trattava, cui prospettare la redenzione e la salvezza della Resurrezione, ma di nemici che l’ “Uomo Nuovo”, il “Proletario”, aveva tutte le ragioni per disprezzare, colpevolizzare, combattere e coerentemente, se necessario, eliminare "giustamente". Come allora le colpe degli Oppressori, all'epoca non di Genere ma di Classe, i “Borghesi”, erano altrettanto sconfinate. E Cristo, con la centralità del perdono, di fatto il colluso "storicamente", magari inconsapevole, con gli Oppressori. Sostituendo "Donne oppresse" a "Proletari oppressi", la “Rivoluzione Proletaria” a Rivoluzione Femminista, la lettera del parroco, finisce per evidenziare l'eterno schema nel quale le ideologie tendono a semplificare il dolore e il limite umani: di qua i buoni, di là i cattivi. E magari, un retropensiero non confessato, che Cristo e il Suo amore per il Padre, un residuo maschilista “storicamente” determinato. “Insomma nulla di nuovo. Appunto il dejà vu. Un gioco vecchissimo. Anzi moralmente, e ancor prima psicologicamente, addirittura primitivo. E ancora una volta di fronte a innumerevoli interventi di questo genere, ovvero dei preti autoarruolati come combattenti nelle “campagne contro il male e i cattivi”, in coloro che di ideologie “salvifiche” ne hanno viste tante in azione, e di preti allineati all'ultima ideologia di moda pure, nasce insopprimibile la domanda: carissimi testimoni ufficiali dell’amore del Cristo, va bene tutto, va benissimo l’ indignazione contro il male ed il peccato, purchè non coincida con il genere maschile; tuttavia di cristiano, in merito, qualcosa, quando me lo dite?
[4 novembre 2005]