Dove va l'embrione

a cura di Armando Ermini, per la Redazione del sito www.maschiselvatici.it , 05/02/2005


Gaia Carretta in una lettera al direttore de IL Foglio del 10 Febbraio, a proposito della limitazione della libertà femminile che sarebbe prodotta dalla legge 40, scrive fra l'altro: "Oggi non sono libera di scegliere se voler avere la responsabilità di far crescere dentro di me (da solo un embrione non va da nessuna parte) un potenziale bambino..."
Un embrione da solo non va da nessuna parte! C'è un sottile disprezzo nel modo in cui quella semplice (e vera) frase è scritta. Cela la concezione che il più forte, anzichè sentire il dovere di difendere il più debole, si arroga il diritto di decidere la sua vita o la sua morte.
Nemmeno un neonato, da solo, va da nessuna parte, così come un handicappato grave o un demente o un malato terminale o in coma. Lasciamo dunque che di volta in volta i genitori, i figli o la società decidano se volerli tenere in vita oppure no. Anche questa sarebbe "libertà" dei soggetti da cui quelle "non vite" dipendono.