Giustizia e Società
Pubblichiamo di seguito la lettera che Paolo Marcon, membro della redazione del nostro sito, ha inviato al quotidiano Il Gazzettino.
Lo facciamo perchè tocca il tema cruciale della legittimità delle leggi quando siano in contrasto col dato naturale, e ritorce contro il suo autore l'accusa di ideologismo, che è tale, invece, proprio quando asserisce l'inesistenza di un nucleo immutabile, naturale, nell'uomo, l'adesione al quale dovrebbe essere il compito supremo del legislatore.
I Maschi Selvatici
Nella rubrica "Giustizia e Società" di mercoledì 7 settembre il dott. Ennio Fortuna, compiacendosi per una sentenza della Corte Costituzionale a favore dell'adozione da parte dei singles di bambini italiani, e forte delle sue granitiche certezze, estende la ratio di tale pronunciamento alla procreazione medicalmente assistita. Dopo tale sentenza, infatti, nulla più ostacolerebbe l'"irrazionale" divieto di riproduzione in provetta da parte di donne single. Prescindendo dall'ingiusta confusione tra situazioni completamente diverse (l'adozione che ripara l'infelice condizione di un bambino cui le circostanze della vita hanno privato i genitori; la messa al mondo di un essere umano che comporta un'assunzione di responsabilità da parte dei genitori - che sono sempre, innanzitutto biologicamente, due: padre e madre - per assicurare al bambino le migliori condizioni possibili di crescita e di sviluppo umano e spirituale), tralasciando poi la dichiarazione di ignoranza del dott. Fortuna in merito per esempio alle ragioni contrarie alla fecondazione eterologa (sono molte, come insegna la psicoanalisi, ma anche la scienza medica), colpiscono soprattutto i toni dell'argomentazione presentata nell'articolo. Secondo il dott. Fortuna «ora che la Corte ha distrutto questa premessa ideologica non mi sembra dubbia l'opportunità di aprire alla persona singola anche questa possibilità». Ove la "premessa ideologica" sarebbe «il modello culturale secondo cui i bambini devono avere come punto di riferimento morale e di educazione entrambi i genitori, e non uno solo di essi».
Qui si proietta sul dato naturale il proprio ideologismo positivista, ignorando che esso (il dato naturale) non può esser «distrutto» (sic!) dalle sentenze di alcuna Corte, senza che questa si squalifichi come illegittima. Il Diritto va sì inventato, ma nel senso etimologico: cioè scoperto. Lo sapevano bene i grandi giuristi che hanno fondato la nostra Civiltà, e che, credo, si rivoltano sempre più spesso nelle loro tombe.
Paolo Marcon
Vittorio Veneto (TV)
[12 settembre 2005]