Lui e l'aborto
Viaggio nel cuore maschile
Di Antonello Vanni
La legge italiana n. 194/78 è una delle più severe contro i padri, la cui voce è addirittura ritenuta inascoltabile, senza l’autorizzazione della madre.
Lo Stato sancisce l’irresponsabilità procreativa dell’uomo, stabilisce che, di fronte alla legge, responsabile della procreazione è solo la donna. Il destino del figlio è indipendente da colui che ha originato il processo procreativo (considerato al pari di un donatore di seme), e diventa dipendente dalla mera volontà della madre. Sul piano psicologico, spirituale, etico, le conseguenze di una tale pubblica, ufficiale, esclusione del maschio-padre hanno una portata spaventosamente indefinibile, rappresentano una lesione insanabile all’identità virile, nella sua radicale funzione di custodia/protezione dei più deboli. Si arriva, qui, nei pressi della radice abissale di quella “fatherless society” che è lo stigma dell’avviato processo di decivilizzazione. Nel suo fondamentale libro, Antonello Vanni approfondisce la cultura che ha sancito l’estromissione del padre dalla vicenda procreativa confrontandola con la realtà e l’esperienza concreta di uomini in carne ed ossa, quegli uomini cui è stata insegnata o imposta l’idea che il figlio e l’aborto siano questioni unicamente femminili; per esempio gli uomini che spingono le loro donne ad abortire, o quegli altri, quelli che fanno di tutto per salvare il figlio, ma rimangono inascoltati di fronte alla disumana forza della legge dello Stato.