Messaggi al sito
Non capisco perchè se tratto le donne violentemente mi vogliono e mi cercano? Grazie.
P.S. Sono un vero uomo delle caverne, pura essenza maschile.
Caro fratello Selvatico,
intanto se stanno con te, che sei un vero uomo delle caverne, vuol dire che la amano la rudezza. Nessuna si aspetta baciamani da un uomo delle caverne. Insomma, sono già predisposte. Poi guarda che le maniere forti alle donne, quelle vere, sono sempre piaciute. Pensa che in moltissime popolazioni tradizionali il matrimonio è un ratto violento, accompagnato spesso da stupro. Per simboleggiare che il maschio, se vuole la donna, la deve prendere. Anche con la forza. Che deve dimostrare di avere. Altrimenti è meglio che lasci stare.
I maschiselvatici
Uomini-maschi e uomini-pantofola
LETTERA DA NEW YORK
Sono un uomo-maschio, parlo, scrivo italiano ed è pure la mia lingua scolastica, ed ora abito e lavoro a New York. Ho scoperto il sito, di noi uomini-maschi proprio oggi per caso facendo delle ricerche. Che piacere leggere commenti, che finalmente ci sia un sito che discute, riunisce, spero molti maschi per denunciare questa situazione a cui siamo arrivati. I poveri adolescenti che crescono soli con la madre, senza il padre, saranno delle creature monche, tutta la forza creatrice dell' uomo, simbolica e pratica gli sarà negata, o per lo meno molto mancante. Non so quale sarà, a non tanto lungo termine il risultato di questi infanti che crescono solo con la figura materna. Vi scrivo anche perché, vedo l'effetto di questa debolezza maschile del giorno d'oggi, particolarmente marcata qui negli USA. Gli uomini-pantofola, che non sanno più avere rapporti, ne fra di loro, ne con le donne. Le donne, comandano il mondo, ma soffrono anche loro di questa debolezza maschile, ma mai tanto quanto noi. L'equilibrio è rotto, e proprio qui negli USA, e purtroppo anche in Europa, i rapporti fra uomo e donna sono di competizione e non di collaborazione. In più, gli uomini-maschi non si trovano ad agio con gli uomini-pantofola. Se non viene corretta questa rotta, ci ritroveremo con una società ancor più ammalata di non quanto lo sia già. E' brutto vedere maschi-femminilizzati, e femmine-mascolinizzate. Qui in USA si possono vedere le direzioni che questo fenomeno sta prendendo. In particolare poi, la cultura anglosassone, con la sua educazione, direi, principalmente calcata per produrre uomini forti, leggi: che non piangono è, fors'anche una delle cause per le quali, le donne si sono "ribellate", incosciamente prima e consciamente dopo. Pensa un po', uomini senza emozioni, solo cervello (leggi: emozioni represse), accanto a donne, che per natura loro sono più emozionali o meglio intuitive! Questo è un po' quello che vedo negli USA. Ho scritto questi pensieri così al volo, alla fine della settimana lavorativa, è venerdì 5.30 PM e vado lentamente a casa. Bene, volevo in fondo congratularmi con il vostro sito, auguro il meglio, ho già dato il vostro indirizzo ad amici, maschiselvatici!
Jose.
Ciao, sono Riccardo.
Vivo e lavoro a Ferrara, dove faccio lo psicologo. Sono rimasto affascinato dai libri di Claudio Risè e di Robert Bly. Sto organizzando un gruppo di vari amici simpatizzanti dei Maschi Selvatici a Ferrara. Spero ci conosceremo per crescere assieme! Un saluto caloroso.
Comunità dell'Associazione dei "Papà separati"
http://www.geocities.com/CapitolHill/Lobby/1250/aadoc02.htm http://www.mds.it/papaseparati
(Associazione "Papà separati" - Napoli)
http://communities.msn.it/965172qg024bm4ek0ac9cek1q2ˇ=106
http://communities.msn.it/965172qg024bm4ek0ac9cek1q2&naventryid
=106
(Comunità dell'Associazione dei "Papà separati")
Saluti dal Consiglio Direttivo.
-Ciao, e buon lavoro.
I maschiselvatici
Non credo proprio che dei maschi selvatici possano simpatizzare in alcun modo con Sting, araldo della new age, complice soggettivo e oggettivo della "grande madre". Un po' di sapone non ha mai fatto male a nessuno; se qualcuno trova necessario biasimare l'uso di sapone e cosmetici per riaffermare la propria mascolinità, questo significa che l'ha già perduta e non la ritroverà tanto presto.
Rodolfo
Ho letto con notevole interesse il dibattito che si è sviluppato intorno all'aborto ed ai valori di cui tutti, anche i maschi non selvatici, devono essere portatori. Anzitutto voglio domandare se l'aborto deve essere considerato o no come l'interruzione di una vita umana. Mi pare di dover affermare, con assoluta certezza, che di vita umana si tratti; ora se tale assunto è motivo di contesa per alcuni, prego gli stessi di astenersi dal proseguire la lettura di questa mia. Per tutti gli altri qualche considerazione elementare fra selvatici non guasta. Il primo assunto che mi ricorre è che, visto il continuo proliferare di furti di qualsiasi tipo, potreste immaginate una proposta di legge mirante a legalizzare il furto? E sono certo che il numero di furti sia sempre stato di gran lunga superiore al numero di aborti clandestini! Ma andiamo oltre. Nessuno può autorizzare a togliere la vita ad un altro essere umano, anche ammettendo che questo sia stato più sfortunato di un'altro. Non occorre scomodare la fede per giustificare questa affermazione, ma ciò che mi sorprende è che coloro che giustificano l'aborto diventano indefessi paladini della salvaguardia del condannato alla pena capitale, potere della "coerenza". Splendida la citazione di Eugenio tratta da Simone Weil, sì più che di diritti è ora di riscoprire i doveri ed, aggiungo, i valori. Ritengo che la problematica si situi più a monte, a mio parere si è dimenticato che la realtà è composta da due elementi, il bianco ed il nero, il bene ed il male, il positivo ed il negativo. Sono concorde con chi afferma che fra il bianco ed il nero esistono duecento qualità di grigio, ma il bianco ed il nero devono essere presenti a fronte di ogni decisione. In caso contrario ci troviamo immersi in uno spazio grigio dove ogni decisione diventa relativa (la scelta di rappresentare cromaticamente il mio pensiero non è casuale), dove non esiste più alcun riferimento ai valori assoluti, veri, schietti, tradizionali e.. selvatici. L'agire in questo spazio, dove risplende l'assenza più totale di riferimenti, determina la perdita della propria identità di maschi e pure di femmine ed è foriera di precarietà decisionale e di coerenza. Il relativismo etico se prevarrà sarà la rovina della nostra civiltà.
Giacomo
Condivido una delle tesi portanti del sito: che viviamo in una società che ha abolito la figura del padre e ora sta abolendo o la paternità tout court con conseguenze catastrofiche su tutti gli esseri umani, ma in particolare sui maschi. Qualche giorno fa sul sito dell'Oms (l'Organizzazione mondiale della sanità), ho trovato alcune statistiche sui SUICIDI. A parte i vari dati nazionali, ce n'é una cronologica che fa spavento: risulta che fra il 1950 e il 1995 i suicidi fra i maschi nel mondo sono passati da 16 all'anno ogni 100 mila a 24 ogni 100 mila! Vuol dire + 60%! Mentre fra le donne sono cresciuti solo da 4 a 5 ogni 100 mila. Anche l'attuale esaltazione buonista e politically correct del movimento gay é un segno della volontà di molti ambienti intellettuali e politici di procedere all'eliminazione definitiva del padre: di che cos'altro é segno la sessualità programmaticamente sterile fra i gay se non di questa volontà di abolizione? Questa riduzione del maschio a inseminatore sterile di altri maschi che cosa vuol dire se non odio per la figura paterna, che gli omosessuali hanno introiettato, magari senza colpa, nella loro infanzia, e che ora gli intellettuali del pensiero debole e il movimento gay trasformano o in programma politico? Personalmente non ho nessun problema di relazione con gli omosessuali, ferma restando la nostra evidente difformità di visioni sulla natura della sessualità omosessuale, ma ne ho invece molti coi Gay: questi sono infatti attivisti politici che politicizzano la loro sessualità e ne fanno uno strumento di lotta per il potere che ha come obiettivo la distruzione (o almeno la marginalizzazione) del maschio che intende realizzarsi come padre carnalmente fecondo. Sono d'accordo con voi che il contatto con la natura aiuta certamente i maschi a ritrovare la loro identità, soffocata dalla permanenza in contesti puramente artificiali. E' un'esperienza molto banale e comune quella di "sentirsi meglio" dopo aver trascorso un po' di tempo fra boschi e montagne . Però non vorrei che la "selvaticità" diventasse una regressione infantile, col risultato fra l'altro di consegnare la "civiltà" tutta intera a qualcun altro (le donne? i gay? la tecnologia anonima?). Credo che la civiltà sia evidentemente, fino ad oggi, un prodotto soprattutto maschile. Personalmente mi auguro che diventi anche un po' più femminile (questo credo che sarebbe un arricchimento), ma non consegnando funzioni maschili alle donne e funzioni femminili agli uomini.
Rodolfo
-Caro Rodolfo,
la denuncia del parricidio dell'Occidente moderno è uno dei nostri cavalli di battaglia: siamo assolutamente d'accordo. Meno però quando te la prendi con gli omosessuali perché non figliano: la paternità, come la sessualità etero, non possono essere obbligatorie. Noi siamo per la liberazione degli uomini, non per sottoporli a nuovi vincoli. Quanto alla civiltà, la difenda chi crede, e ci crede. Noi abbiamo obiettivi più modesti: il corpo, gli affetti dell'uomo, la natura, l'istinto. E la visione del mondo maschile. Che é molto più ampia della civiltà occidentale, soprattutto tardomoderna.
I maschiselvatici
Vorrei segnalarvi un film a mio modesto avviso mitico: Il Gladiatore. Ritorna finalmente il mito dell'eroe nello stile di Ben Hur..... Saluti... selvatici. E continuate l'ottimo lavoro.....
Paolo
-Infatti l'abbiamo visto Il gladiatore. Ed è molto piaciuto anche a noi.
I maschiselvatici
Natura e istinto: fonti di felicità
Complimenti per il sito, che ho trovato estremamente interessante. Ho una mia filosofia di vita, costruita negli anni con caparbietà ed estrema decisione, e finalmente vedo che non sono l'unico a pensare che la centralità della vita e sopratutto il segreto della nostra felicità sta proprio negli infiniti piaceri che la natura e l'istinto ci possono dare. Non solo piaceri viscerali possono giungere dall'istinto ma anche piaceri intellettuali, il cervello non è il centro ma quanto piacere può provare di riflesso ??!! Comunque grazie per avere costruito un sito dove la mascolinità non è una mera questione di potere ma una ben precisa attribuzione di ruoli. Ciao a tutti.
Stefano
Cultura e battaglie
Complimenti per quanto state facendo. Si tratta di una battaglia culturale indispensabile e urgente.
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Pinocchio, eroe anticristiano
Ho finalmente trovato il vostro sito . Sono anni che lotto, organizzo e realizzo sugli stessi temi della paternità e della civiltà sociale a Padova. A partire da questa orrenda città: la più matriarcale che conosca. Se ne era accorto anche Shakespeare con la sua Caterina. Conduco una redazione radiofonica su una radio regionale sui temi della civiltà degli affetti. Ho attraversato le tematiche e l'esperienza delle associazioni dei genitori non affidatari. Mi occupo di impegno sociale contro la barbarie delle religioni, in particolare quella cristiana, basata sul martirio dei figli come preteso atto "d'amore" e sull'esclusione del maschile ad opera dello spirito santo madre e nonna (l'archetipo è quello della manna) che assomma nell'unità trina e tribale la fantasia androgina di donna-uomo (D-uomo). Il mio ultimo lavoro é il libro: Pinocchio eroe anticristiano. Il codice della nascita nei processi di liberazione. Edizioni Sapere, Padova, 2000. Pp. 210, l. 25000. E' per ora distribuito nelle Feltrinelli.
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Dono fallico
Ho una chicca per voi anzi noi: l' indirizzo del sito del museo fallologico islandese, unico al mondo di questo genere: http://www.ismennt.is/not/phallus/
Un'azione totale
Cari Maschi Selvatici, il cameratismo con voi, come dire, sorge spontaneo. Vi stimo perché agite col cuore col fegato e col cazzo. In alto i cuori... vinceremo!
Riccardo Paradisi
Donne stufe di maschi fantoccio
Finalmente vi ho trovato. Sono un lettore di Risè, che nei suoi libri ha dato corpo e anima e speranza a qualcosa che da tempo si muoveva dentro di me. Ho letto nel vostro, anzi nostro, sito, cose che mi hanno emozionato, altre meno convincenti, ma questo è ciò che deve essere. L'importante è parlare di noi fra noi, meditare, confrontarci, fare uscire le emozioni che per troppo tempo abbiamo represso dentro di noi. Ho molte cose da dire, molte domande che mi e vi pongo. Troppe per esprimerle tutte insieme. Lo faremo strada facendo. Per ora voglio entrare nel merito di un argomento toccato nel sito. Quello della pubblicità che fa vendere di più quando mostra un maschio umiliato e la donna dominante. A parte il fatto che quei pubblicitari maschi che inventano queste campagne sono letteralmente dei prostituti al dio denaro, senza alcuna dignità di sè, sono convinto che nelle donne che sono attratte da questo tipo di pubblicità esiste una disperata richiesta (forse inconscia), di avere accanto uomini veri. Di fronte all'alternativa fra chi le violenta e chi si sottomette è comprensibile scelgano quest'ultima. Ma questa falsa alternativa, purtroppo gliela stiamo offrendo noi stessi. Nella mia non vastissima esperienza di donne, non ne ho mai incontrata una che fosse intimamente contenta di avere uno zerbino come compagno, di dovere lei assumersi la parte maschile. Al contrario ho sempre sentito lamenti sull'assenza del maschio nei momenti decisivi della vita, e sul peso che loro dovevano sopportare per questa assenza. Il tutto alla fine si traduce in disistima e disprezzo. Le donne sanno anche aspettare senza smettere di amare, come (nel Parsifal rinarrato da Claudio Risé ) fa Herzeloyde con Gahmuret l'Angioino, purchè l'uomo, lontano a seguire ed inseguire inquieto il suo destino, sia veramente tale. Ma se l'uomo è un fantoccio, lo distruggono letteralmente. Come nella narrazione di un autore sud- americano , in cui lui è un rivoluzionario che sacrifica i suoi ideali all'amore di una donna, e così facendo la perde, perchè lei inizia a non averne più stima. Perfetto; in questa vicenda è condensato tutto il senso dei rapporti maschile/femminile. Sul senso di essere maschi autentici, sulla riscoperta degli istinti maschili ma anche femminili, compressi e deviati nelle nostre società, consiglio tutti di rileggere David H. Lawrence, autore obliato perchè scomodo alle necessità produttivistiche del capitale, ma profetico. Non solo il celebre "L'amante di Lady Chetterly", ma anche il meno conosciuto ai non addetti ai lavori, "Il serpente piumato" , e molti altri suoi lavori. A presto.
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Sogno (omoerotico) di tarda primavera. Noi, Igor e altri.
Sono uno studente e ho una richiesta da farvi, forse un po' esigente. Vorrei realizzare un sogno, cioè fare una esperienza di sesso selvaggio di gruppo, dove, secondo quanto ho letto sul vostro spirito, possiamo liberare le nostre energie, riappropriarci della nostra corporeità negata, schizzare la nostra potenza e comunicare fra di noi. Sarebbe davvero bello e vivificante. Ho 24 anni e mi piacerebbe vivere questa esperienza con ragazzi più o meno della mia età o al massimo con qualche"maestro" intorno ai 30. Che ne pensate? Sarebbe fattibile? Voi disponete di un circolo, uno spazio sperimentale o cose del genere? Ci sono persone appunto interessate alla mia richiesta? Avete mai pensato o realizzato qualcosa del genere? Mi piacerebbe immergermi nella potenza virile, nel confronto-competizione dello "stupro" di gruppo (ovviamente nei termini della legalità...), nel desiderio che si libera e avvolge ai compagni e crea complicità e legami profondi. |
Mi potete aiutare? Sono nuovo del movimento, l'ho scoperto oggi. Io abito vicino a Milano ma posso viaggiare in Lombardia e limitrofe. Gradirei conoscere persone con i mie gusti e avere suggerimenti. Un grazie di cuore. |
-Caro Igor, grazie per averci scritto, ma non possiamo realizzare il tuo sogno. Che ti auguriamo però di poter vivere, se così desideri.
I maschi selvatici
Grazie della risposta. mi piacerebbe però sapere perché è irrealizzabile, quali sono gli ostacoli, e avere suggerimenti e idee. A presto!
Igor
-Caro Igor, come puoi renderti conto leggendolo accuratamente, il nostro sito cerca di riconciliare l'uomo con la maschilità, i suoi simboli, e le sue forze, tutti aspetti oggi ampiamente svalutati e derisi. Cosa poi ogni uomo fa di questa ritrovata amicizia e amore per il maschile è esclusivamente affar suo. La nostra speranza è che ne faccia qualcosa di bello e arricchente anche per gli altri, per i maschi in particolare. Le nostre idee le puoi trovare sul sito, che viene aggiornato almeno una volta al mese. Ancora auguri, e fraterna/paterna amicizia.
I maschi selvatici.
Un sogno di Eddy
Ciao sono Eddy. Vi scrivo per dirvi che ho letto l'intervento di Ivan, e forse lo condivido, almeno nel subconscio. Premetto che non sono gay. Io con i maschi ci sto bene, li preferisco alle donne, li trovo piu' leali e chiari,forse perche' sono maschio, li comprendo meglio. Noi maschi siamo il piu' delle volte sempre in sintonia, non ci rompiamo i coglioni a vicenda, come sa fare benissimo la donna. E credo che, come Ivan, anche a me piacerebbe guardare gli occhi di un uomo mentre gode, per causa mia.
Eddy, Rimini, 30 anni.
La domanda di Luca
Desidererei conoscere la posizione dei Maschi selvatici nei confronti dell' omosessualità. Sono concettualmente opposti o possono trovare un punto di incontro?
Grazie, Luca
-Caro Luca, la sessualità non é una questione di "concetti", ma di istinti. A noi, Maschi selvatici, ciò che interessa é che l'uomo ritrovi fiducia, amore e rispetto per il suo istinto sessuale. Che onori il Fallo, come un principio vitale, sacro, di cui l'uomo é rappresentante, e testimone. Che abbia una sessualità generosa e benefica, e non avara, e contabile. Con chi la voglia vivere, a condizione che sia maggiorenne e consenziente, é esclusivamente affar suo. Torneremo tuttavia più ampiamente sull'argomento, su cui é in corso anche un'ampia discussione tra noi, in particolare sulla nostra "lista di discussione", cui puoi accedere anche tu, se credi. In ogni caso riteniamo che chi vive, episodicamente o stabilmente, una sessualità con altri uomini, fa parte del "campo maschile", di cui noi parliamo e a cui ci rivolgiamo. A meno che lo rinneghi, vivendosi al femminile. Scelta lecita, ma ai nostri occhi una perdita quasi sempre ingiustificata, per chi la compie.
I Maschi Selvatici
Non pre/occupiamoci delle donne
Signori carissimi facciamo i maschi,ma, prima di tutto facciamo gli uomini. Realizziamo la nostra mascolinità attraverso lo sviluppo delle nostre facoltà e individualità umane. In questo processo non stiamo a preoccuparci tanto delle donne, non ci preoccupiamo, continuamente, di confrontarci con loro, altrimenti restiamo nuovamente dipendenti dalle loro critiche, riserve e capricci.
Sergio