Bastonati (S.Faludi)

S. Faludi. Lyra libri, 2000

E’ difficile che un libro scritto da una donna sugli uomini, o da un uomo sulle donne, riesca ad andare al di là di un più o meno suggestivo (o irritante) mixing di proiezioni, rancori, desideri.

Perché ognuno di noi, in fondo, può parlare autorevolmente solo di ciò che sa, vale a dire di ciò che é: donna o uomo. Persino i fondatori della psicanalisi, Sigmund Freud e Carl Gustav Jung, quando hanno parlato delle donne, hanno detto (anche) delle grandi sciocchezze. Le cose più intelligenti le hanno apprese dalle amiche: Lou Andréas Salomé, Toni Wolff, le mogli, le amanti. Più tardi, le psicanaliste del femminismo, Luce Irigaray in testa, hanno guardato all’uomo con la stessa lente deformante con cui i fondatori maschi avevano guardato alla donna. Salvo poi ricredersi e dire cose più sensate quando, più tardi nella vita, si sono innamorate.Susan Faludi é una piacevole eccezione a questa regola. In questo libro, Faludi parla degli uomini con competenza, e complessiva equanimità. Ha voluto scrivere un libro serio, e non produrre un evento editoriale, e si sente. Fin dall’inizio, quando racconta che, da brava femminista storica qual é, ha voluto cominciare la sua ricerca sul maschile seguendo per mesi un “gruppo terapeutico” (sul tipo di quelli descritti con genialità in quello straordinario film che é Fight Club) di “picchiatori”, di uomini condannati per aver percosso le loro donne (anche O.J. Simpson sarebbe dovuto andarci, ma lo evitò promettendo al giudice di impiegare lo stesso tempo telefonando allo psichiatra).  Ma non ci mette molto, Faludi, a capire che il nocciolo del problema non é: cosa gli uomini hanno fatto ad altri, e perché.  Ma piuttosto: cosa é stato fatto loro.  
E quando lo capisce, subito capisce dell’altro. Vale a dire che ciò che gli uomini hanno subito in occidente, dopo la seconda guerra mondiale, é un colossale, catastrofico, tradimento.  
A parole, veniva loro chiesto di essere i bravi, onesti protagonisti del sogno di sviluppo e progresso, che dopo la vittoria della seconda guerra mondiale avrebbe abbandonato Marte, il dio della guerra, per andare su Marte, in una straordinaria, bellissima, hollywoodiana, avventura. Nella realtà le guerre sono continuate, la Corea, poi il Vietnam; i massacri prima taciuti, poi venuti a galla come un gigantesco rimosso. 
In Europa non è stato diverso: l’Algeria innanzitutto, poi le interminabili “guerre di pace”, da Mogadiscio a Sarajevo, dove i maschi, eroi alla partenza, diventavano rapidamente, al momento del ritorno e del loro difficile reinserimento, i criminali, gli stupratori, i violenti. E, ancora, in America: i Kennedy uccisi non si é mai saputo perché;   i 74 Davidiani, di cui 24 bambini, sterminati dagli agenti federali il 19 aprile del 1993. Ma anche l’Europa gronda di sangue mai spiegato: dal Conte Bernadotte, a Dag Hammarskjold, a Olof Palme, a Ustica, Piazza Fontana, Piazza della Loggia (per ricordarne solo alcuni); tutti eventi di cui si sa poco, se non che attraverso di loro un potere burocratico e totalitario cercò di fermare le libere iniziative degli uomini.  E tante altre immagini, ben diverse da quella rosea sceneggiatura cinematografica, reclamizzata dai media. Tutte mai spiegate, ma ben impresse nell’inconscio dell’uomo occidentale.  
Il mondo dei padri era dunque molto meno chiaro e luminoso di quanto la retorica pedagogica destinata al Perfetto Cittadino Occidentale volesse far credere.  
Ma di lì a poco fu chiaro ben altro.  Non fu più, infatti, possibile non vedere un fenomeno che é al centro del tradimento degli uomini, in tutto l’Occidente. 
Mentre Bruno Bettelheim, il grande psicanalista, ed altri saggi additavano il 68 come un grande, sanguinoso, parricidio, si scoperse che il padre non c’era più. Risucchiato dalle Grandi Aziende Multinazionali, dalle Corporations, tutto impegnato a far soldi, se poteva. Oppure fuggiasco e allo sbando, se era uno dei tanti perdenti che nella ristrutturazione economico industriale degli ultimi decenni del 900 aveva gettato la spugna. 
Negli USA, in vent’anni, il 45% dei padri neri, e oltre il 30% dei bianchi, se ne sono andati da casa, ormai incapaci di mantenere una famiglia. Ma noi sappiamo che l’America è il solo “pesce pilota” dell’Occidente. Da noi, in Europa,  i rilievi statistici funzionano peggio, ma chiunque lavora nel sociale sa che, nella grande maggioranza dei casi,  dietro la fuga di tanti padri e mariti c’è, inizialmente, un fallimento economico, un licenziamento prodotto dalla grande ristrutturazione economica degli ultimi vent’anni. Qualcosa insomma, che ha convinto l’uomo, espulso dall’organizzazione produttiva,   di non essere in grado di fare l’uomo, di essere padre, e marito.Insieme col padre, scompare dal mondo dei maschi occidentali, lo “sguardo paterno”. 
Come ricorda Faludi (pag. 531) i padri “incoraggiavano o giudicavano, frenavano o approvavano. In quanto anziani della società, si pensava che i padri   sapessero cose che i loro figli avevano bisogno di apprendere. Ma in una cultura di consumo, dove ciò che serviva era la capacità dei giovani di consumare, non di produrre” ciò che i figli cercavano non era più riflesso in questo sguardo paterno. Il quale, infatti, fu sostituito dalla telecamera. 
“Alla fine del XX secolo -racconta Faludi- era impossibile vivere senza il calore della luce della ribalta mediatica, o il freddo della sua assenza. Ma l’occhio televisivo, a differenza di quello del padre, guardava soltanto. Celebrava senza capire. Non aveva un sapere da trasmettere, non poteva insegnare, o guidare.”  
La scomparsa del padre, e del suo sguardo, é, dalla fine della seconda guerra mondiale in poi, il grande tradimento commesso contro l’uomo, in tutto l’Occidente. Un dramma che in Italia si aggiunge alla tradizionale predominanza dell’Archetipo materno, la Grande Madre, nei paesi dell’area mediterranea. Nella grande maggioranza degli interventi alle liste di discussione del sito www.maschiselvatici.it, in Italia, l’argomento proposto dagli uomini è l’assenza del padre.  Ma senza padre, come racconta Robert Bly ne La società degli eterni adolescenti, o io stesso ne Il Maschio Selvatico (entrambi pubblicati da Red), non si cresce. Non si impara né ad opporsi davvero, né ad accettare, autenticamente, consapevolmente, le regole. Senza padri non si diventa dei veri padri, ma casomai padri fuggiaschi, o padri fantasma, perpetuando così questa tragedia dopo di noi.  
Tutto ciò, Faludi lo racconta con mille storie di uomini, buoni e cattivi, intelligenti e stupidi, interessanti o squallidi. Ma tutti, ugualmente, traditi. Molti di loro in cerca di una dignità, di una visione, al di là di quella di devoti consumatori, l’unica che la società occidentale si sia preoccupata di fornire loro.
Sappiamo che questa ricerca é anche quella di molte donne. Come Susan Faludi. Che sanno bene, come so io, e tanti altri uomini, che la libertà, e il gusto della vita, uomini e donne la potranno ritrovare soltanto insieme. 
Cambiando una società che li ha traditi entrambi, sacrificandoli con cinica volgarità sull’altare del profitto di entità   cartacee, senza un corpo organico, senza un’anima trascendente, e senza un cuore: le grandi Corporation Multinazionali.
La nostra dignità, il nostro sapere, la nostra capacità di creare e far crescere la vita, ognuno nel proprio modo, diverso, la ritroveremo insieme, uomini e donne. O - Dio non lo voglia- non la ritroveremo affatto.

Claudio Risé

I resti di Melissa Morrison,  uno dei 24 bambini, sterminati dagli agenti federali il 19 aprile del 1993, a Waco, Texas, per ordine del Presidente democratico Bill Clinton, e del suo sottosegretario alla Giustizia, la signora Reno, che ha organizzato di recente il rapimento del bimbo da restituire a Cuba per ragioni di “realpolitik”. L’attacco e lo sterminio dei davidiani di Waco, così come la politica di discriminazione ai danni dei reduci del Vietnam, é citato da Susan Faludi come uno degli innumerevoli esempi di “doppia verità” (libertà di opinione/sterminio di chi la pensa diversamente;  patriottismo/ emarginazione di chi si é battuto), usata dai governi delle multinazionali americane per “bastonare” gli uomini,e i loro valori.

                                                               

Per ulteriori informazioni sulla gravissima strage di stato americana di Waco, definita "uno spiacevole incidente" dai vertici politici degli Stati Uniti, visitate il sito www.forces.org/stagnaro/waco.htm