Waco. Una strage di stato americana (Stagnaro) La causa dei popoli

(C. Stagnaro, Stampa Alternativa, Viterbo, 2001)

«I governanti del mondo di oggi sono così ossessionati dall’idea di controllarci, di salvarci dalle nostre stesse cattive abitudini e dai nostri istinti primitivi, che non si fermeranno di fronte a nulla.

Essi appartengono ad una nuova generazione di dittatori ideologici, gli Utopisti del Nuovo Ordine Mondiale. E nessuna utopia è completa senza i suoi gulag» (Vladimir Bukovski, dissidente russo, dall’Introduzione di C. Stagnaro, Waco. Una strage di stato americana).

 

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Un momento dell’aggressione ai Davidiani del 28 febbraio 1993. Anche se Koresh, nei giorni precedenti al raid, uscì più volte da Mount Carmel per fare jogging o andare in paese, il BATF preferì non catturarlo in quelle occa_
sioni, per “mostrare i muscoli” con un’azione violenta. Probabilmente perché in quei giorni, al Congresso americano, si discutevano gli stan_
ziamenti di Bilancio alle forze dell’ordine ed il BATF, un’istituzione nata ai tempi del proibizionismo, intendeva farsi della pubblicità. Con il sangue dei Davidiani.

 

«Io non penso che il governo degli Stati Uniti sia responsabile perché un gruppo di fanatici religiosi ha deciso di suicidarsi». Così mentì il “soft male” Bill Clinton, con la coscienza ancora lorda di sangue, il 20 aprile 1993. Il giorno prima 76 persone innocenti, tra cui 30 minorenni e moltissimi bambini, bruciarono vive nella loro residenza di Mount Carmel, presso la località di Waco, in Texas. Ma come si arrivò realmente a questo agghiacciante massacro che, in verità, non fu affatto un libero suicidio? Ce lo racconta Carlo Stagnaro in questo interessantissimo libro, pubblicato per la collana Eretica di Stampa Alternativa (www.stampalternativa.it). Si tratta di un’inchiesta appassionata, documentata ed approfondita sulle vicende che portarono alla terribile strage di stato del 1993.
Tutto ebbe inizio quando la pacifica comunità religiosa della Chiesa davidiana di Waco, retta dallo stravagante David Koresh, divenne oggetto di “particolari attenzioni” da parte delle autorità americane.  Ai Davidiani furono imputate diverse attività illecite ma le numerose perquisizioni e l’infiltrazione di un agente all’interno di Mount Carmel non provarono nulla. Nonostante ciò, l’accanimento delle autorità proseguì: in particolare il BATF (Bureau of Alcohol, Tobacco and Firearms), un ente dipendente dal governo federale, il 28 febbraio 1993 decise inspiegabilmente di attaccare la residenza dei Davidiani con un impiego massiccio di forze. L’intento dichiarato era, ancora una volta, quello di verificare la presenza nella tenuta di armi illegali o droga. (Ma per fare ciò sarebbe bastato bussare alla porta dei Davidiani, visto che fino a quel momento non avevano commesso alcun reato!). I seguaci di David Koresh, che le armi le possedevano davvero (ma nel Texas è molto facile procurarsele senza violare alcuna legge), reagirono, per difendersi, sentendosi attaccati dalle forze di un governo considerato ostile. Ne seguì uno scontro in cui le forze dell’ordine utilizzarono persino degli elicotteri per crivellare di colpi il tetto della casa dei Davidiani, pur sapendo che all’ultimo piano stavano le donne e i bambini.

 

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Benché il Posse Comitatus Actvieti l’utilizzo di forze militari per operazioni di ordine pubblico interno, a Waco furono schierati numerosi blindati, tra cui nove veicoli da combattimento Bradley, due carri armati M-1A1 Abrams e cinque veicoli di supporto M278. Durante l’assedio i carri armati si lanciarono più volte ad altissima velocità ed in modo minaccioso contro l’edificio dei Davidiani. L’FBI, nei 51 giorni dell’accerchiamento di Mount Carmel, utilizzò anche dei potenti altoparlanti per sfiancare, giorno e notte, i Davidiani diffondendo ad altissimo volume suoni sgradevoli come trapani da dentista e versi di conigli morenti.

 

Dal 28 febbraio 1993 ha inizio così un lungo assedio durato 51 giorni. Mount Carmel fu circondata dalle forze di polizia di diversi enti federali: oltre al BATF, la residenza dei Davidiani fu accerchiata dalla Squadra per la liberazione degli ostaggi (Hostage Rescue Team) dell’FBI, benché fosse chiaro a tutti che lì di ostaggi da liberare non ce n’erano, e l’unica richiesta dei Davidiani era di essere lasciati in pace. Di più: a Waco si fecero vedere anche diversi esponenti della “Delta Force”, il corpo militare d’elite degli Stati Uniti che può agire solo su indicazione diretta del Presidente. Stagnaro, citando numerosi giornalisti ed intellettuali che si sono occupati del caso, ricostruisce scrupolosamente gli eventi dell’estenuante assedio, ed il comportamento delle forze militari e di polizia che boicottarono i tentativi di negoziazione. D’altra parte una delle richieste di Koresh era che non fossero cancellate le prove dell’attacco criminale del 28 febbraio… Quel che è certo è che il 19 aprile 1993 ci fu l’assalto finale. L’edificio di Mount Carmel fu gasato in modo imponente: «Come minimo questo si è tradotto nel fatto che i bambini e i neonati sono stati torturati almeno dalle tre alle quattro ore» (John Mica). E dopo sei ore dall’inizio delle operazioni scoppiò il rogo che fece perdere la vita a 76 Davidiani.
La versione ufficiale raccontata a tutto il mondo da Bill Clinton e dal Procuratore generale Janet Reno (la “donna di potere” ritornata più di recente alle cronache internazionali per aver voluto un’azione militare in diretta televisiva, contro persone disarmate, allo scopo di rispedire a Cuba un rifugiato di sei anni), è quella del suicidio di massa. Cosa assai improbabile giacché, fino al momento dell’assalto, i Davidiani cercarono di trattare con i governativi. Inoltre, sul campo di battaglia sono stati ritrovati dei proiettili incendiari indubbiamente impiegati dagli assalitori. Ma anche volendo prescindere dalle cause del rogo, la cosa davvero impressionante di tutta questa vicenda è l’ostinata persecuzione di una comunità religiosa - la cui unica certa “colpa” era di pensare al governo americano come ad una “Babilonia” e vedervi un’espressione del male - da parte di forze governative che, come spiega l’istruttivo libro di Stagnaro, hanno violato, in più parti, la stessa Costituzione degli Stati Uniti d’America. Il Paese simbolo dell’Occidente moderno in cui, evidentemente, coloro che si rifiutano di vivere da sudditi obbedienti corrono il rischio di essere arsi al rogo da “democratici” tolleranti e buonisti, a parole, ed intolleranti sanguinari nei fatti.

Paolo Marcon

 

Il terribile rogo del 19 aprile 1993 in cui persero la vita i 76 Davidiani (fra loro anche 16 bambini con meno di dieci anni). Negli anni seguenti un gran numero di uomini  è accorso a Waco da tutti gli Stati Uniti per testimoniare solidarietà alle vittime di un governo avvertito sempre più come una potenza ostile dagli stessi cittadini americani. Non è un caso che negli ultimi tempi si siano rafforzate le cosiddette “milizie”, organizzazioni di patrioti spaventati dai metodi utilizzati dalle forze federali. Quest’ultime, in virtù di leggi speciali per la lotta alla droga e al terrorismo, violano abitualmente le proprietà private, avvalendosi anche di mezzi pesanti (ad esempio elicotteri) privi di segni di riconoscimento.

 

Per una galleria di immagini su quanto è accaduto a Waco nel 1993, visitate il sito http://www.forces.org/stagnaro/wacopics.htm

Carlo Stagnaro (www.forces.org/stagnaro) è vicedirettore del periodico libertario «Enclave» e collaboratore di diversi altri quotidiani, riviste e webzine, tra cui «The Laissez Faire City Times». Ha pubblicato articoli e saggi su vari argomenti, tentando di interpretare un punto di vista radicalmente libertario. Un suo scritto è raccolto insieme a un saggio di David B. Kopel nel pamphlet «Io sparo che me la cavo». Per Stampa Alternativa ha curato (insieme ad Alberto Mingardi) il Millelire «Fragole & Dinamite. Moreno Simionato: la [mia] lotta contro lo stato».