Incontro dei Maschi Selvatici nella wilderness della Val Grande, sabato 26 e domenica 27 Maggio 2001 (con Michele De Toma)

corni

 

 

Il secondo incontro dei Maschi Selvatici nella wildernessdella Val Grande si è svolto nel fine settimana di sabato 26 e domenica 27 Maggio 2001. La Val Grande, Parco Nazionale in provincia di Novara, è situata tra il Lago Maggiore, la Val d’Ossola e la Val Vigezzo. Il programma dell’incontro ha previsto il ritrovo presso il Rifugio Fantoli all’Alpe Ompio nel pomeriggio del sabato. Dopo il ritrovo gli uomini ed i loro figli maschi hanno raggiunto la cima del Monte Faié (1352). Nel giorno di domenica hanno percorso un itinerario all’interno dell’area selvaggia tra boschi di betulle e prati inondati di narcisi profumati, sentieri su precipizi e cascate presso le quali i bambini hanno potuto fare il bagno nell’acqua fresca. Il percorso è stato accompagnato da riflessioni e letture di brevi brani scritti dai maestri del selvatico, affinché l’esperienza nella wilderness fosse un percorso iniziatico alle forze primordiali della natura vivente, capaci di divenire tempio della vita e della morte, scenario dell’esistenza nella sua autenticità. L’incontro è stato organizzato da Michele de Toma, al quale va un affettuoso ringraziamento.

Quando sedevamo insieme in cima alle guglie rocciose, noi consideravamo quante cose siano necessarie perché il grano venga infine raccolto e se ne faccia il pane e perché lo spirito possa con sicurezza aprire le ali al volo

(Ernst Jünger)

 

 

fontana

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

...ascoltare il richiamo delle sorgenti e delle fontane,il ricordo commovente degli stagni e dei fiumi...

(Gaston Bachelard)

 

 

 

 

 

 

Ecco alcune testimonianze dalla mailing list dei Maschi Selvatici

Cari amici, siamo stati in Valgrande. Per me tutto può riassumersi nell'immagine che ho avuto osservando il gruppo di maschi sulla cima, a seguito di una bella proposta di Rinaldo. Non erano solo un gruppo di uomini (la loro somma), erano qualcosa di più, c'era qualcosa di più, credo di Sacro, la Comunità. Proprio nell'apparente inutilità (improduttività direbbero in fabbrica), si apriva la prospettiva di infinite possibilità,di vita. Abbiamo seguito, nel cammino, una serie di tappe con riflessioni per vivere il Selvatico come Tempio. Dinanzi ad un crocefisso abbiamo riflettuto sulla wilderness, la presenza del Selvatico nel nostro corpo, la necessità di incontrare l'urlo primordiale che poi abbiamo lanciato insieme verso la vallata. Scendendo abbiamo raccontato del cane Buck e del suo fratello dei boschi che tanto gli ha insegnato. In cima ad una vetta tra l'enorme altezza delle cime e l'abisso che sotto si apriva abbiamo pensato al regno dei cieli come stato del cuore, abbiamo invocato affinché il dio dei canti non fermasse i gridi dei bambini che insegnano il caos, abbiamo riflettuto su come si diventa vecchi e su come si diventa giovani. Il giorno dopo sempre davanti al crocefisso abbiamo preso coscienza della morte come un finire sempre di nuovo per far nascere sempre di nuovo e garantire (nostro dovere) lo sguardo nuovo sul mondo, la meraviglia del vedere il mondo per la prima volta, portatrice di spontaneità e cambiamento. Su uno spuntone di roccia, in presenza di una capra, un racconto sullo sciamano devoto al Fallo che rinuncia a tutto per portare alla comunità la fertilità e l'abbondanza. Qui Renato ha raccontato una leggenda sull'Uomo Selvatico nella sua figura di gnomo truffaldino amante del segreto. Breve riflessione sulla wilderness che insegna il valore e la ricchezza delle differenze anche in relazione alla convivenza tra culture e popoli. Verso tardo pomeriggio la lettura della Meditazione Solstiziale che ha stabilito una continuità con l'incontro invernale dei Maschi selvatici (verso la luce e l'azione). A seguito Paolo ha proposto una immagine del padre che insegna al figlio ed a sé il valore della ferita. All'uscita della Valgrande il commiato in cui si stabiliva il valore della nostra esperienza: il selvatico come Inizio.

Antonello

Davvero due bei giorni questi in Valgrande, un grazie a tutti per esserci stati. Sono full immersion che aiutano, il posto molto bello, verde e con
molta acqua, il salire più vicino al cielo, certo con un po' di fatica, ma anche con molta allegria. Avremmo scalato il Monte Bianco, con l'energia che
usciva da noi. La natura con saggia tranquillità (quella che si deve, per chi va in montagna) ci ha condotto, per perderci (ognuno se stesso) e tra betulle, querce, platani ritrovarci.

Grazie e un abbraccio

Marcello

sentiero

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Che cosa c’è fuori dal sentiero? In un certo senso, tutto il resto.

(Gary Snyder)

 

 

 

 

 

 

Cari amici grazie a voi per la disponibilità a mostrarvi nella vostra autenticità. L'idea di Rinaldo di mettersi a turno, accompagnati da un mentore, a distanza dal gruppo posto sulla cima del monte, per osservare l'incanto della presenza e percepire l'essenza dell'essere che promana dalle differenti posture, è stato semplicemente geniale: per un istante si ha
la percezione di una presenza superiore, di appartenere totalmente alla vita e che la vita ti appartenga. Un silenzio denso di presenza e riconoscenza ci ha riempiti di significato dopo il racconto di Renato sulla "mancanza" del padre. E poi è già stato detto tutto sui momenti di lettura, raccoglimento, culinari, comici (da completarsi con l'immagine di un cane che piscia contento sullo zaino di Paolo), le ascese, le discese, i bambini, le acque, gli alberi, le capre. Non mi rimane da ricordare altro che lo stile insuperabile di Spartaco nel raccontare le barzellette e scherzare con il crocifisso, ed i narcisi, parte integrante dell' habitat della Val Grande.Forte è stato lo stupore e la gioia di ritrovare verdi distese di prati, radure punteggiate da questi stupendi fiori dai petali bianchi, che
divergono da una coroncina di pistilli gialli dall'apice rosso, e dal sottile profumo pungente, inebriante; essi fioriscono in tarda primavera, e preludono all'estate; stavano scomparendo per una raccolta indiscriminata e dopo decenni di protezione riappaiono alla grande a rappresentarci in festa sia la forza della natura incontaminata sia la vigile tutela dell'uomo: bentornati, narcisi!
Bello è stato conoscere volti nuovi devirtualizzati e quelli del tutto nuovi. Alla prossima edizione Val Grande-Maschiselvatici 2002, vi aspettano due giorni interi di cammino con pernottamento in bivacco non custodito, incominciate a preparare gli animi e le gambe!

Michele

Cari tutti, bellissima l'esperienza della Val Grande.
Conoscere di persona voi uomini, vivere fianco a fianco a voi per un giorno e mezzo, camminare, sudare, riposarsi insieme. E la natura intorno a noi.
Viva. E il sacro è intorno a noi, scende su di noi. Tante le cose da dire (e purtroppo non dette per quella mia raucedine che mi disturba non poco!).
Per ora mi vengono in mente questi due brani di San Bernardo:
"Ciò che io so della Scienza Divina e delle Sacre Scritture l’ho imparato nei boschi e nei campi. I miei Maestri sono stati i faggi e le querce, non ne ho avuto altri."
"Tu imparerai più nei boschi che nei libri. Alberi e pietre ti insegneranno più di quanto tu possa acquisire dalla bocca di un maestro."

Francesco

autunno

 

 

 

 

 

 

…anche noi, per salute e per forza mentali e corporali, possiamo essere allietati da una simile ma più normale e naturale compagnia, e arrivare a sapere che non siamo soli…

(Henry D. Thoreau)

 

 

 

Dunque Val Grande, Michele (al quale va un sentito ringraziamento) che sceglie un percorso, a suo dire, tutto in discesa (oh!, al massimo ci sono 300 metri di dislivello per salire...) ma si sa lui è dominato da Ade, dio degli Inferi e per lui la risalita non ha importanza. Cena grandiosa, alla moda dei veri baccanali selvatici e poi il resto, il cammino, il ritrovarsi, l'ascoltare. Rinaldo (il solito dolcissimo inventore di riti simbolicamente profondi ) che propone una visione d' insieme di un gruppo maschile sulla cima di un colle, un gruppo di uomini che si sono ritrovati essenzialmente per stare proprio così, in semplicità e comunanza, senza altri obiettivi se non di ascoltarsi nella natura. E via gli altri, tutti da ringraziare…

Giancarlo

nebbia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Veduta dalla cima del monte Faiè

 

 

 

 

 

Cari maschi,
ho letto le vostre testimonianze sulla Val Grande con musica di Mahler (La resurrezione e la Sinfonia n.10). Senso di estraneità al ritorno al lavoro nei giorni di inizio settimana. Gradita la presenza di Walter, per celebrare il ricordo che, stranamente, col passare dei giorni, invece di affievolire, ramificava.
A presto,

Maurizio S.

Veramente bella l'esperienza in Val Grande. Grazie in particolare a Renato che ci ha dato una testimonianza preziosa sul bisogno di paternità. A me il nostro gruppo riunito sul cocuzzolo della montagna ha fatto immaginare una comunità e tanta leggerezza. Per compensare questo eccesso di levità, il giorno dopo ci siamo buttati verso fondo valle nel disperato tentativo di raggiungere il fiume. Ci siamo dovuti fermare sul ciglio di un burrone. Il fiume è rimasto là sotto, ne sentivamo il rumore...
Un abbraccio a tutti

Paolo F.

Grazie a tutti i partecipanti che con le parole, con gli sguardi e con i silenzi hanno donato qualcosa di difficilmente narrabile.
Uno scherzoso grazie a Sandro per averci seguito per un breve tratto sotto vesti caprine. La bella proposta di Rinaldo sul cocuzzolo del monte Faié ha destato in me l'immagine di un fuoco che arde al centro di un deserto, un'immagine che leggo con un pizzico di preoccupazione e
tanta felicita'.

ciao Renato

dorsale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’impresa riesce se noi, anziché restare nella pianura del modo corrente di pensare per tenere
dei discorsi sulla montagna con lo scopo di farne “esperienza”, cominciamo subito la salita verso la vetta

(Martin Heidegger)

 

 

 

 

 

Ciao a tutti. Di solito Stefano va davanti e poi Michele che fa piccoli Kilim - ci fa bene -. I torrenti si fanno sentire a diverse quote. Giancarlo tenta di far tornare la capra che ci segue da un pò. Renzo batte ben il sentiero. Walter da Genova con Maurizio e il figlio Saverio. Francesco ora va col padre Marcello ora con Saverio. Pur Francesco di Milano va di solito in l'avamposto con la sua barba che un pò vela la sua anima che da dietro gli occhiali neri balza. Mauro ora sorride alla luce ora pare che danzi coi 'betulli' - perché almeno questa volta vogliamo che l'albero sia grammaticalmente maschio. Spartaco trascende la stanchezza, s'illumina in silenzio, bacia il Cristo! Si cammina in colonna. Ciò che è grande è andare, sudare, vivere il giorno con gli altri. Paolo è sempre lì, ora davanti ora dietro di te, nella meraviglia dell'esserci. Tutti i nostri cuori battono forti ma noi rallentiamo i nostri sguardi, i nostri sorrisi sono più morbidi, i nostri sentimenti dal toccata e fuga vano senza fretta all'adagio. Qualche durata sarà indimenticabile.
Ciao a tutti

Rinaldo

faie

 

 

 

 

 

Mio padre così mi spiegava:
«Tutte le cose di questo mondo hanno un’anima o uno spirito. Il cielo ha uno spirito. Le nuvole hanno uno spirito. Il sole e la luna hanno uno spirito così come gli animali, gli alberi, l’acqua, i sassi, ogni cosa»

(Edward Goodbird, Capo Indiano)

 

 

Felice è chi sa invecchiare

Quanto più invecchiavo, quanto più insipide mi parevano le piccole soddisfazioni della vita, tanto più chiaramente comprendevo dove andasse cercata la fonte delle gioie della vita. Imparai che essere amati non è niente, mentre amare è tutto, e sempre più mi parve di capire che ciò che dà valore e piacere alla nostra esistenza non è altro che la nostra capacità di sentire. La felicità era ovunque una persona avesse dei forti sentimenti e vivesse per loro, non li scacciasse, non facesse loro violenza, ma li coltivasse e ne traesse godimento. (Hermann Hesse).

I miei forti sentimenti negati erano per il mio genere, guardarvi sulla cima della montagna, sentire questo affetto per voi, questa complicità e solidarietà tra di noi nella gioia e nel dolore della realtà della vita, QUESTO IO DESIDERO .

Vorrei ci fossero più occasioni come queste e con più tempo a disposizione, le prime ore sento la difficoltà di molti di noi a lasciarsi andare, poi più passa il tempo più si slacciano le stringhe, più cadono le maschere e quando ci si lascia mi rimane sempre un piccolo rammarico di qualcosa di non detto .

Vi voglio bene UOMINI .

Spartaco

case

 

 

L’ispirazione, l’esaltazione, la visione non si spengono tuttavia…

Il selvatico come tempio è solo un inizio. Ovvero non si deve restare a crogiolarsi nella peculiarità dell’esperienza straordinaria, non abbandonare il mondo politico per restare in uno stato di accensione visionaria. Il migliore risultato di questi studi e di queste escursioni è riuscire a tornare nel mondo presente per vedere tutta la terra che abbiamo intorno, agricola, suburbana, urbana, come parte di un unico immenso sistema di processi e di esseri: mai del tutto rovinato, mai del tutto naturale. Il Grande Orso Bruno cammina con noi, il salmone risale con noi la corrente, mentre andiamo per le vie di una città.

(Gary Snyder)

 

Il sito ufficiale della Parco Nazionale della Val Grande è in www.parks.it/parco.nazionale.valgrande/

Ringraziamo il Sig. Zanetta per le straordinarie foto. Il suo ottimo sito sulla Val Grande in http://mysite.ciaoweb.it/vicario/monti/valgrande/vgrande.htm