E l’uomo preistorico disse: “papa!”

Dal Corriere del 27 luglio 2004 “

 

E l’uomo preistorico disse «Papà!»
Studio francese sul linguaggio dall’era di Neanderthal. Esperti divisi. Esame sui 6 mila linguaggi oggi parlati sul nostro pianeta. Cinquantamila anni fa il bimbo di Neanderthal ha cominciato a chiamare «papa», cioè papà, forse ancora prima di «mama», ossia mamma. E questa sarebbe una delle prime tracce di linguaggio vocale consapevole.
Così concludono Pierre Bancel e Alain Matthey de l’Etang dell’Associazione parigina di studi linguistici e antropologia preistorica dopo una sorta di viaggio a ritroso nel tempo tra le parole.
Ma le conclusioni di Bancel e Matthey de l’Etang hanno riacceso discussioni e polemiche sui valori dei linguaggi presi in considerazione, anche perché il loro studio adombra un’idea di famiglia attraverso l’identificazione di «papa» e parenti vicini difficilmente accettabile con le conoscenze a disposizione.”

Commento

Non c’è verso di farlo fuori questo padre! Non sono bastate le giaculatorie malauguranti di femmine emancipate e di maschi liberati recitate per decenni a celebrarne prima l’inutilità poi il funerale. Non sono bastati gli innumerevoli scienziati di ogni disciplina versati in quella attitudine naturalistica che la sapienza popolare identifica con la capacità di girare la testa dove il padrone attacca la cavezza. Né i movimenti così liberatori e innovativi da invocare la più sordida regressione materno-infantile come nuovo orizzonte rivoluzionario. Non sono servite le corse affannate di tutti i maestri di sapienza a vario titolo in cattedra a dichiarare che padre o madre per me pari sono, al fine di non perdere quanto sembra indispensabile per essere alla moda e non perdere il consenso. Non sono bastate le alluvioni mediatiche di tragicomiche fantasie di una originaria società matriarcale così pacifica così buona così ordinata così soccorrevole da far venire i brividi di angoscia solo a pensarci. Non sono bastati le schiere di maschi pentiti di colpe immaginarie a recitare in piedi sul tavolo le poesiole contro se stessi, il proprio genere maschile e il proprio padre, spettacolino infame e ridicolo che tanto fa e ha fatto carriera per i maschi del nostro tempo a compiacere brave zie di tutti i sessi e di tutti i colori. Benedetto sia il tuo nome, padre, pronunciato per primo e da sempre, fin dall’inizio della nostra gloriosa Storia di uomini e di maschi. Benedetto sia il tuo nome pronunciato dai nostri cuccioli d’uomo milioni di anni fa a significare colui e coloro, prima comunità, a cui ci si può affidare per cominciare un cammino. Benedetto tu, tesoro prezioso che nelle profondità del linguaggio umano, a suo fondamento e a fondamento dell’esperienza, non ci abbandoni comunque. Benedetto sia il tuo nome segno, suono, mente, cuore e corpo da sempre presente a fondamento della Vita.

Cesare