L’identità

E' un teatro, una vita del profondo che occorre.
Per i ragazzi. Per me. Per tutti.

Dopo l'ultima curva dico, dopo aver digrignato sorrisi ci sarà pur altro!
Il luogo delle profondità, trafficato più spesso da spaventosi mostri che da angeli di luce è sconosciuto comunque. Umido, buio. Maleodorante.
E' all'incipit fanghiglia dei tempi passati con trapassati.
Dove il Fallo non offrendo svilisce.
Dove il cuore non amando zittisce.
Questo era.

Ora invece, Padre, ti posso, a macchie, frequentare.
Libero ti offro un 'Identità.
L'ho conquistata vomitando dolore.
E' tutto quello che ho.
E' tua, Padre. Tutta tua.

Davide Giandrini

[02 marzo 2009]