Un padre è indegno anche se innocente

SCAGIONATO DALL’ACCUSA DI VIOLENZA, MA NON POTRA’ PIU’ RIVEDERE LA FIGLIA.

 

Il Corriere del 12 febbraio riporta l’ennesimo episodio di violenza istituzionale contro un padre con nefaste conseguenze anche sulla figlia.
S, un quarantenne lavoratore edile milanese, fu arrestato nel gennaio 96 con l’accusa di aver violentato la figlioletta di sei anni. Dopo due anni e mezzo di carcere fu assolto per non aver commesso il fatto, sentenza confermata dalla Cassazione il 23 Giugno 2001. E’ dal novembre 1995, quando la bambina fu prelevata a scuola dai carabinieri e chiusa in orfanotrofio, che il padre e la madre non riescono a vedere la figlia. Ed ora, dopo l’assoluzione, la sezione minori della Corte d’Appello ha deciso, in un’ora, di dichiarare adottabile la bimba respingendo la richiesta dei genitori di poterla almeno rivedere. All’origine dell’inchiesta e dell’orrore giudiziario una lettera di una cugina psicolabile, ricoverata più volte per “psicosi paranoie psicogena”, e i verbali firmati dalla poliziotta D.B. e dall’educatrice A.S. (due rappresentanti del sesso “buono” per definizione. Ndr), giudicati dalla Cassazione “incoerenti”, “inverosimili” e “smentiti dagli atti”, ma soprattutto i “condizionamenti” subiti dalla bambina, che via via che avanzavano i suoi contatti con la consulente dell’accusa “ha evidenziato un’impressionante progressione traumatico-sessuale”, tanto da “escludere la spontaneità delle accuse”. Non dunque di un orco si trattava, ma di più orchesse che non pagheranno la violenza inflitta ad un padre, a sua figlia ed alla sua famiglia, tanto da spingerlo a queste parole disperate: “. ..Una sentenza d’adozione che è un sequestro di persona. Forse avevo visto giusto in questa mia lettera dal carcere: non mi resta che ammazzarmi, scrivevo al mio avvocato, perché solo togliendomi di mezzo potrò ridare A. almeno alla mamma. E’ questo che vogliono i giudici dei minori?”