Il vento

di Paolo Mombelli

La gente di mare e di lago, i popoli delle montagne hanno il vento.

Correnti d’aria differenti che provengono da altri luoghi o si formano lì. Sono venti locali, che si alzano a una certa ora e calano ad un’altra certa ora. La certezza del vento, che ha un nome proprio e diventa familiare, un valore aggiunto di quelle terre. Il sole, più spesso la luna, attraverso flussi calorici o gravitazionali, donano a quei popoli il vento. Così il contadino sa quando seminare e quando mietere, il norcino quando uccidere il maiale e lavorarlo, il vignaiolo quando travasare il vino e quando imbottigliarlo, il cacciatore quando cacciare e dove appostarsi , la madre come vestire i propri bambini.

Qui da noi, in pianura, il vento, quando soffia, è sempre un vento generico e impersonale. Levante, ponente, grecale, scirocco… Ma la gente di pianura di notte sogna immagini percorse e trasformate dal vento, il buio ci restituisce il soffio. Nessuno può vivere senza lo spirito.

[21 settembre 2009]