Il nostro nemico

dalì

l nostro nemico è un'antica forza,presente da sempre nella storia dell'umanità, e spesso raffigurata nel simbolo della Grande Madre.

L'aspetto negativo della Grande Madre rappresenta una forza psichica tesa alla conservazione come strumento di potere personale, che mantiene attraverso la creazione di nuovi bisogni, soddisfatti per garantirsi il consenso dei sudditi.
La società dei consumi è l'attuale, perfetta, ovunque presente,rappresentazione della Grande Madre. Essa soddisfa subito il bisogno, espressione di una psiche infantile, per uccidere sul nascere il desiderio, espressione di una psiche adulta, che metterebbe a rischio il suo potere. La società Grande Madre di tutti i consumi, anche i più cretini, contrasta il Fallo, che, come dice il poeta Ezra Pound “tende verso l'alto”, e produce con la sua forza nuove forme di vita.
La società Grande Madre di tutti i consumi svilisce il maschile, portatore di ricerca, capace di mettersi a rischio, portatore di ideali transpersonali e spirituali, in grado di affrontare con coraggio la morte.
Queste caratteristiche del maschile che intaccano la sua visione materialista tesa a trasformare tutti gli uomini in suoi schiavi.

[El espectro del sex-appeal.
Salvador Dali, 1932.
La Fundació Gala-Salvador Dalí ,Figueras]

Tracce della Grande Madre

Supplica a mia madre di Pier Paolo Pasolini

E' difficile dire con parole di figlio / ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio. Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore, / ciò che è stato sempre, prima d'ogni altro amore. Per questo devo dirti ciò ch'è orrendo conoscere: / è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia. Sei insostituibile. Per questo è dannata / alla solitudine la vita che mi hai data. E non voglio essere solo. Ho un'infinita fame / d'amore, dell'amore di corpi senza anima. Perchè l'anima è in te, sei tu, ma tu / sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù: / ho passato l'infanzia schiavo di questo senso / alto, irrimediabile, di un impegno immenso. Era l'unico modo per sentire la vita, / l'unica tinta, l'unica forma: ora è finita. Sopravviviamo: ed è la confusione / di una vita rinata fuori dalla ragione. Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire. Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile.....

Roma Grande Madre di Federico Fellini 

[ … ] Giacché Roma è una madre, è la madre ideale, perché indifferente. [ … ] E se è vero che a Roma ci sono pochissimi nevrotici, è anche vero, come sostiene lo psicanalista, che la nevrosi è provvidenziale, serve a scoprire se stessi in profondità; [ … ] obbliga il bambino a diventare adulto. Roma questo non lo fa. Col suo pancione placentario e il suo aspetto materno evita la nevrosi ma impedisce anche uno sviluppo, una vera maturazione. Qui non ci sono nevrotici, ma nemmeno adulti. E' una città di bambini svogliati, scettici e maleducati; anche un po' deformi, psichicamente, giacché impedire la crescita è innaturale. [ … ] Roma è abitata da un ignorante che non vuol essere disturbato e che è il più esatto prodotto della Chiesa. Un grottesco bambinone che ha la soddisfazione di essere continuamente sculacciato dal Papa. [ … ] Una condizione che a Roma viene addirittura esaltata. Infatti: in qualunque città, un soldato, per esempio, è un soldato. A Roma no: qui li chiamano "pori fiji de mamma". Ecco, si rimane sempre figli di mamma e la mamma è la Madonna, o la Chiesa.

Tratto da: "Fare un film", di Fedrico Fellini. Torino, Einaudi, pag. 144 e seguenti

La Signora Madre è morta da Moni Ovadia

La Signora madre è morta. L'avevo dimenticata da qualche Tempo, la sua fine me la restituisce alla memoria, magari solo Per poche ore, meditiamoci sopra prima che ricada nel Dimenticatoio. Mi chiedo se le voglio bene e sono costretto a Rispondere: No, le rimprovero di avermi castrato, poca cosa Davvero, ma insomma… mi ha trasmesso la sua complessione Ed è più grave, perché soffriva di alcalosi e allergie, io ne soffro Ancora più di lei e i miei malanni non si contano, e poi… poi Mi ha messo al mondo e io professo l'odio per il mondo.

La Grande Madre impazzita di Giovanna Marini

Cantata sonata fantastica mitica inventata - Giovanna Marini - Roma: Edizioni Napoleone, 1979.

"Questa donna ci vuole massacrare / ci ha tolto il respiro non ci lascia vivere / ci è proibito crescere / non ci possiamo esprimere / non ci capisce e non ci lascia vivere.." Coro : "E' vero è vero facciamola finita / la sua morte vuol dire la nostra vita."...

"Perché chiedi tanto? ci hai tolto la fede / il tuo tempo è passato. Ci hai tolto l'idea / ci hai tolto la mente. E' finita la festa!